Perché i bimbi italiani sono tra i più grassi d’Europa?
La dieta mediterranea farà anche bene, ma noi non sappiamo cosa sia. La scienza dell’alimentazione non ci interessa e ignoriamo l’attività fisica. Infine e soprattutto, non ci sono piani nazionali efficaci nell’educazione.
Il motivo per cui le nuove generazioni stanno da tempo virando verso il sovrappeso è che l’Italia non ha una cultura del cibo sana: per noi mangiare bene significa mangiare buono. Siamo controtendenza nell’ignorare quel che nel nord Europa è da tempo vangelo, cioè la scienza della nutrizione, siamo poco interessati alle nuove scoperte in tema e l’argomento non ci affascina: così abbiamo perso i vantaggi di una dieta che in teoria è anche nostra, la dieta mediterranea, ma che in pratica resta un’illustre sconosciuta. Basta guardarsi intorno: il gelato da noi è considerato un alimento sano, come anche lo yogurt alla frutta (invece troppo ricchi di zuccheri), la merenda d’asporto più diffusa sono le patatine, e la colazione tipica italiana è fatta di latte e biscotti. Se chiedete cos’è il porridge per esempio, la colazione tradizionale britannica fatta di avena e oggi considerata un superfood, vi sentirete rispondere che è una pappina priva di gusto che solo gli inglesi – che non sanno mangiare – possono gradire. Siamo supponenti e ignoranti, anche in fatto di cibo.
Da quando frequento le mamme, poi, mi è venuto il dubbio di essere io il problema. Il cibo spazzatura non è mai sentito come un rischio, ma distribuito serenamente anche a bimbi sotto l’anno di età. Si ignora che ci possano essere dei limiti alle quantità di formaggio da dare a un bambino (ma anche a un adulto!), tanto per fare un esempio, o che le lasagne non sono propriamente un pasto equilibrato, mentre si crede che i cereali integrali servano solo a chi è a dieta ferrea.
Il risultato è che la relazione annuale del sistema di Sorveglianza nazionale “Okkio alla Salute”, che monitora appunto i problemi di peso dei minori, dice quest’anno la stessa identica cosa che diceva lo scorso anno: negli ultimi 6 anni restano elevati i livelli di eccesso ponderale, “che pongono l’Italia ai primi posti in Europa con il 20,9% di bimbi in sovrappeso e il 9,8% obeso”. Il problema è più marcato nelle regioni del sud e del centro, esattamente come in passato. Anche gli Stati Uniti – sì, gli Stati Uniti – si impegnano più di noi, e le martellanti campagne di Michelle Obama, unite a politiche serie, volte ad esempio a diminuire la diffusione delle bibite zuccherate, hanno portato lo scorso anno per la prima volta un’inversione di tendenza, con il tasso di obesità dei bambini americani della scuola materna calato dal 14% del 2004 all’8% del 2014.
La nota del Ministero della Salute però loda i propri “Programmi (Guadagnare salute) e Piani nazionali (Piano Nazionale della Prevenzione)” che avrebbero “rafforzato le azioni volte alla promozione di stili di vita sani, (…) volti a modificare i comportamenti individuali non salutari e a creare condizioni ambientali che favoriscano corretti stili di vita”. Voi ricordate qualcuno di questi Programmi e Piani? Io no, e comunque i dati parlano chiaro e non vedono miglioramenti significativi.
Come l’anno scorso, il 25% dei genitori dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e verdura, mentre le attuali raccomandazioni parlano di 5 porzioni al giorno e la ricerca ha ampiamente documentato che il “gusto” non c’entra: quel che ci piace o che non ci piace lo possiamo modificare con un po’ di tempo e buona volontà. Addirittura il 41% dei genitori dichiara che i propri figli bevono regolarmente bevande zuccherate, come aranciate o succhi di frutta (gli zuccheri “naturali”, come il fruttosio, possono essere dannosi come lo zucchero bianco delle bibite gassate). Non ci accorgiamo neppure di quel che abbiamo davanti agli occhi, e così il 38% dei genitori di figli obesi o sovrappeso non vede proprio il problema e nega l’eccesso ponderale.
Esattamente come in passato, infine, il 16% dei bambini non ha fatto alcuna attività fisica nel giorno precedente l’intervista, e solo 1 su 4 si reca a scuola a piedi o in bici. Anche qui, il 59% delle mamme dei bimbi sedentari non giudica tale il proprio figlio e, probabilmente, non si cura di dare il buon esempio. Come detto, un vasto e grave problema di cultura.
Michela Dell’Amico
[wired.it]